Il peperoncino appartiene al genere Capsicum, della famiglia delle Solanaceae. Allo stesso genere appartiene il peperone dolce, dal quale il peperoncino si distingue per il contenuto di “capsicina” – sostanza responsabile della piccantezza – decisamente più elevato.
Il peperoncino può essere coltivato praticamente ovunque; in giardini, terrazzi e balconi. Lo sviluppo ottimale è favorito da una temperatura compresa tra i 21° e i 28 °C e da una notevole umidità atmosferica.
Nei luoghi d’origine (i tropici e le regioni subtropicali) è un arbusto perenne di dimensioni variabili da 30 – 40 cm a circa 2 m e può vivere alcune decine di anni.
Nei nostri climi, causa la brevità della stagione calda, viene coltivato come annuale.
Il frutto, ovvero il peperoncino, è una bacca che può avere colore rosso, verde o giallo di dimensioni e forme diverse in base alla varietà. Internamente si trovano numerosi semi tondeggianti e giallognoli, nei quali si trova la maggior concentrazione di capsicina.
Il peperoncino vanta proprietà vasodilatatrici e anticolesterolemiche.
Le cinque specie più conosciute e coltivate di peperoncino sono:
– Capsicum annuum, che comprende le varietà più diffuse tra cui il peperoncino comune in Italia, il peperoncino di Cayenna e il messicano Jalapeño;
– Capsicum baccatum, la specie più nota è il famoso Aji;
– Capsicum chinense, che comprende l’habanero, il peperoncino più piccante del mondo e lo Scotch Bonnet;
– Capsicum frutescens che include il Tabasco e Malagueta;
– Capsicum pubescens che comprende il noto peperoncino peruviano Rocoto.
La macinazione di semi e di bacche di diversi tipi di peperoncino (essiccato) dà origine a miscele di intensità e colorazione diverse, quali:
– la Paprika – le principali varietà sono la “dolce” (dal colore rosso intenso e sapore caldo eleggermente dolciastro) e la “forte” (dal colore più chiaro e gusto più piccante);
– Il Chili – una miscela di origine messicana ottenuta da diverse varietà di peperoncini piccanti, uniti al cumino, all’aglio, all’origano e altre erbe.
Uso in cucina:
il peperoncino è uno dei principali condimenti della cucina mediterranea, in particolare delle regioni del sud (Calabria, Basilicata e Sicilia) che ne hanno fatto la base per i prodotti tipici regionali. Ideale per ravvivare qualunque pietanza; può essere utilizzato sia crudo che essiccato in polvere per insaporire salse, sughi, ma anche carni, formaggi e salumi. Viene anche utilizzato nella preparazione di dolci, gelati e cioccolato. All’estero il peperoncino è molto utilizzato in Messico, suo paese di origine, nelle salse e nel chili con carne, ed in India.
Ecco alcuni consigli utili:
in pieno sole.
facile da coltivare. Il peperoncino oltre ad essere ampiamente utilizzato in cucina, è diffuso a scopo ornamentale.
può essere seminato in semenzaio a partire dai mesi di gennaio/febbraio nel sud Italia, mentre è consigliabile aspettare marzo nell’Italia settentrionale.
ogni 3-4 giorni. Il clima asciutto, unito ad irrigazioni scarse, fa ottenere frutti più piccanti.
il tempo di maturazione dei frutti è abbastanza variabile, da un minimo di circa 50-60 giorni (Capsicum annuum) ad un massimo di 100 – 120 giorni per i Capsicum chinense (habanero bianco). È buona regola Lasciare appassire i peperoncini il più lungo possibile attaccati alla pianta. Le piante vanno estirpate alla fine del ciclo vegetativo. La maggiore concentrazione in principi attivi si realizza in agosto-settembre.
per la conservazione i peperoncini si possono essiccare, appendendoli sotto forma di coroncine, all’ombra; successivamente si possono anche macinare. Possono essere conservati anche surgelati, sott’olio o sott’aceto. Il peperoncino fresco si può conservare nel freezer o in sacchetti di carta.
Informazioni per la difesa della pianta
Malattie e i Parassiti:
tra gli insetti, i più temibili sono gli afidi e il ragnetto rosso. Tra i funghi, la muffa grigia.