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Ornamentale

Acero

Acer è un genere di piante a foglie caduche, appartenente alla famiglia delle Aceraceae (Sapindaceae), originario dell’Asia, dell’Europa e del Nord America. Il loro nome deriva dal latino Acer = acuto, appuntito, dalla forma della lamina fogliare.

Gli aceri sono piante rustiche, resistenti al freddo. Le foglie sono generalmente a cinque lobi, ma alcune specie presentano foglie tondeggianti con 7-9 lobi. I piccoli fiori sono raccolti in pannocchie o corimbi. I frutti sono samare composte da “ali” che ne facilitano la disseminazione anemofila (che avviene a opera del vento).

Si conoscono circa 200 specie, e tra queste ve ne sono alcune che per portamento, struttura e colorazione del fogliame rappresentano una incredibile fonte di attrazione in qualsiasi giardino – in particolare rivestono interesse ornamentale i cosiddetti “aceri giapponesi” appartenenti principalmente alle specie Acer palmatum ed Acer japonicum. Gli aceri giapponesi riescono a creare straordinarie macchie di colore che attirano l’attenzione degli sguardi.

Tanti tipi di Acero rosso, palmato e giapponese

In commercio possiamo trovare cultivar a colorazione verde e nelle tonalità più disparate, con effetti brillanti, opachi, ramati e arancio bruciato, con riflessi metallici, ecc.

Acero palmato

È la specie da cui è originata la maggior parte delle cultivar di acero giapponese (oltre 250). Sono piante a portamento eretto, con chioma arrotondata e ampia. Rustiche, robuste, si adattano a molteplici condizioni climatiche e colturali. Le foglie verdi a 5-7 lobi in autunno assumono una colorazione giallo-arancione. I colori brillanti delle foglie possono protrarsi a lungo se le temperature si mantengono al di sotto dei 25 °C. Può raggiungere i 5 m d’altezza. Le varietà più comuni sono:  Acer palmatum atropurpureum, con foglie rosso bronzo; Acer palmatum dissectum, con portamento “a ombrello” e foglie verde chiaro e molto sottili; Acer palmatum dissectum atropurpureum, con foglie simili al dissectum ma di color rosso bronzo.

Acero Giapponese

Tra le numerosissime cultivar di Acer japonicum segnaliamo l’Acer japonicum aconitifolium, dalle colorazioni autunnali sgargianti, con continui cambi di colore tutto l’anno; verde in primavera-estate; in autunno presentano sfumature gialle, poi arancio fino a diventare rosso violaceo prima di cadere. L ‘Acer japonicum dissectum, a grandi foglie con lobi fortemente incisi. Portamento molto allargato. Colori autunnali molto accesi sui toni del rosso scuro e giallo. L’Acer japonicum O isami, arbusto o piccolo albero, con foglie palmate a 9-11 lobi, verdi, rosse in autunno. L’Acer japonicum Aureum, raggiunge l’altezza di. 3m. Le foglie palmate, poco incise, di colore verde-giallo in primavera, diventano giallo-oro in seguito.

Consigli utili

 

Ambiente di coltivazione: gli aceri giapponesi possono essere piantati isolati o in piccoli gruppi (l’apparato radicale dell’acero giapponese non è particolarmente invadente, volendo si può consociare con rododendri, azalee, camelie o piccole conifere. Consociando con piante sempreverdi avremo nel giardino sempre una nota di colore anche nei mesi invernali, quando gli aceri saranno spogli). Possibile anche la coltivazione con erbacee perenni, tappezzanti, hosta o graminacee ornamentali. Molte varietà possono essere coltivate anche in vaso, alcune sono adatte per formare bonsai. Gli aceri preferiscono un terreno da neutro ad acido, ma sopportano tranquillamente terreni leggermente alcalini. Tollerano temperature invernali anche di 25° C sotto zero; nelle zone con clima particolarmente rigido è meglio proteggere le radici con uno strato pacciamante alla base. Gli aceri temono i venti freddi. Si consiglia di prestare molta attenzione ai ristagni idrici. La buca dell’impianto deve essere riempita con il terreno originario mescolato a letame molto maturo e sabbia, per migliorare il drenaggio. Al momento dell’impianto cerchiamo di mantenere il colletto della pianta in una posizione sollevata rispetto al livello del terreno. Concimare con del letame a fine autunno e in primavera. La potatura ha il solo scopo di eliminare i rami secchi, malati o in posizioni indesiderate.

Esposizione: sole o mezz’ombra. L’ideale è un’esposizione a est-nordest, con sole al mattino e ombra o luce filtrata da grandi alberi nel pomeriggio (come ad esempio una betulla o un salice), per evitare temperature troppo elevate sulle foglie. Il sole diretto, soprattutto quello che irradia tra le 11 e le 15, può provocare seccumi di foglie e rami.

Irrigazione: nel periodo estivo intensificare le irrigazioni, sempre evitando gli eccessi idrici.

Messa a dimora: la propagazione avviene per seme o per talea.

 

Ambiente di coltivazione: gli aceri giapponesi possono essere piantati isolati o in piccoli gruppi (l’apparato radicale dell’acero giapponese non è particolarmente invadente, volendo si può consociare con rododendri, azalee, camelie o piccole conifere. Consociando con piante sempreverdi avremo nel giardino sempre una nota di colore anche nei mesi invernali, quando gli aceri saranno spogli). Possibile anche la coltivazione con erbacee perenni, tappezzanti, hosta o graminacee ornamentali. Molte varietà possono essere coltivate anche in vaso, alcune sono adatte per formare bonsai. Gli aceri preferiscono un terreno da neutro ad acido, ma sopportano tranquillamente terreni leggermente alcalini. Tollerano temperature invernali anche di 25° C sotto zero; nelle zone con clima particolarmente rigido è meglio proteggere le radici con uno strato pacciamante alla base. Gli aceri temono i venti freddi. Si consiglia di prestare molta attenzione ai ristagni idrici. La buca dell’impianto deve essere riempita con il terreno originario mescolato a letame molto maturo e sabbia, per migliorare il drenaggio. Al momento dell’impianto cerchiamo di mantenere il colletto della pianta in una posizione sollevata rispetto al livello del terreno. Concimare con del letame a fine autunno e in primavera. La potatura ha il solo scopo di eliminare i rami secchi, malati o in posizioni indesiderate.

Esposizione: sole o mezz’ombra. L’ideale è un’esposizione a est-nordest, con sole al mattino e ombra o luce filtrata da grandi alberi nel pomeriggio (come ad esempio una betulla o un salice), per evitare temperature troppo elevate sulle foglie. Il sole diretto, soprattutto quello che irradia tra le 11 e le 15, può provocare seccumi di foglie e rami.

Irrigazione: nel periodo estivo intensificare le irrigazioni, sempre evitando gli eccessi idrici.

Messa a dimora: la propagazione avviene per seme o per talea.

Malattie relative a questa pianta

Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

Vedi scheda completa

Acari

Parassiti


Sono ragnetti molto piccoli, della grandezza di una capocchia di spillo. Quando l’infestazione è elevata si notano delle ragnatele.

Vedi scheda completa

Cocciniglie

Parassiti

Di diverse forme e colori si proteggono con delle cere formando ammassi appiccicosi. Sui loro escrementi zuccherini si formano successivamente delle muffe nerastre (fumaggini). Le infestazioni interessano il fusto e le ramificazioni. In caso di forte attacco la cocciniglia forma incrostazioni sulle parti legnose provocando deperimenti vegetativi e, nei casi più gravi, il disseccamento di parti o dell’intera pianta.

Vedi scheda completa

Marciumi

Malattie


I marciumi di colletto e radici sono causati prevalentemente dai funghi delle specie Pythium e Phytophtora, questi attaccano le parti sotterranee delle piante causando ingiallimento e morte della pianta. A causa della loro natura non sono facilmente individuabili e spesso quando si decide di intervenire è troppo tardi poiché lo stato di salute della pianta è alquanto compromesso.

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Peronospora

Malattie

Si manifesta con macchie rotondeggianti o irregolari sulla pagina superiore delle foglie e sviluppa una muffa bianca o grigia sulla pagina inferiore in corrispondenza delle macchie. Le foglie seccano parzialmente o del tutto. Questi funghi vivono nell’interno dei tessuti delle foglie entro le quali penetrano attraverso gli stomi dando origine alle macchie. La muffa è costituita dai corpi fruttiferi del fungo, detti conidiofori, che assicurano la disseminazione della specie. Col procedere della stagione si ha la formazione degli organi riproduttivi, le oospore, che essendo resistenti alle avversità atmosferiche, assicurano la perpetuazione della specie da un anno all’altro, per lo più nel terreno. Come risultato dell’attacco delle peronospore si ha la decolorazione, l’imbrunimento e il disseccamento delle parti verdi colpite. In alcuni casi si rendono evidenti anche caratteristiche ipertrofie. La Peronospora è favorita dalle piogge o dalle irrigazioni che lasciano acqua sulla vegetazione e da temperature primaverili. Sono prevalentemente colpite piante orticole, floricole e la vite.

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Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

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Acari

Parassiti


Sono ragnetti molto piccoli, della grandezza di una capocchia di spillo. Quando l’infestazione è elevata si notano delle ragnatele.

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Cocciniglie

Parassiti

Di diverse forme e colori si proteggono con delle cere formando ammassi appiccicosi. Sui loro escrementi zuccherini si formano successivamente delle muffe nerastre (fumaggini). Le infestazioni interessano il fusto e le ramificazioni. In caso di forte attacco la cocciniglia forma incrostazioni sulle parti legnose provocando deperimenti vegetativi e, nei casi più gravi, il disseccamento di parti o dell’intera pianta.

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Marciumi

Malattie


I marciumi di colletto e radici sono causati prevalentemente dai funghi delle specie Pythium e Phytophtora, questi attaccano le parti sotterranee delle piante causando ingiallimento e morte della pianta. A causa della loro natura non sono facilmente individuabili e spesso quando si decide di intervenire è troppo tardi poiché lo stato di salute della pianta è alquanto compromesso.

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Peronospora

Malattie

Si manifesta con macchie rotondeggianti o irregolari sulla pagina superiore delle foglie e sviluppa una muffa bianca o grigia sulla pagina inferiore in corrispondenza delle macchie. Le foglie seccano parzialmente o del tutto. Questi funghi vivono nell’interno dei tessuti delle foglie entro le quali penetrano attraverso gli stomi dando origine alle macchie. La muffa è costituita dai corpi fruttiferi del fungo, detti conidiofori, che assicurano la disseminazione della specie. Col procedere della stagione si ha la formazione degli organi riproduttivi, le oospore, che essendo resistenti alle avversità atmosferiche, assicurano la perpetuazione della specie da un anno all’altro, per lo più nel terreno. Come risultato dell’attacco delle peronospore si ha la decolorazione, l’imbrunimento e il disseccamento delle parti verdi colpite. In alcuni casi si rendono evidenti anche caratteristiche ipertrofie. La Peronospora è favorita dalle piogge o dalle irrigazioni che lasciano acqua sulla vegetazione e da temperature primaverili. Sono prevalentemente colpite piante orticole, floricole e la vite.

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