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Ornamentale

Biancospino

Il biancospino comune (Crataegus monogyna) è un arbusto a crescita lenta ma vigorosa – può raggiungere i cinque metri di altezza – che possiede un fusto eretto e ramificato, con una chioma che tende ad essere tondeggiante o piramidale. Famiglia delle Rosaceae. Il suo nome scientifico deriva dal greco “kràtaigos” che significa “forza e robustezza”, a causa della durezza del suo legno. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e dicembre.

Cresce nelle macchie di tutta l’Italia peninsulare e della Sicilia, fino ad un’altitudine di 1500 metri circa. Il biancospino è dotato di spine che si sviluppano anche all’interno della pianta; risulta ideale quindi per creare una siepe sia pura sia mista o una barriera impenetrabile quando viene piantato fitto e mantenuto basso.

La pianta è molto decorativa sia quando fiorisce sia quando si riempie di bacche rosse, assicurando un effetto molto suggestivo. I frutti del biancospino sono commestibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.

Il biancospino è dotato di parecchie proprietà terapeutiche.

 

Consigli utili

Esposizione: in pieno sole, ma la pianta tollera bene anche la mezz’ombra. Il biancospino preferisce i climi temperati – si adatta anche a quelli caldi e freddi

besttime.me

Coltivazione: il biancospino è molto facile da coltivare, e soprattutto è adatto ad essere coltivato come bonsai. Se coltivato in piena terra è consigliabile piantarne uno soltanto in giardino e se si ritiene di avere spazio a sufficienza. La concimazione si esegue durante l’impianto apportando del letame maturo; negli anni seguenti, si distribuisce del concime complesso a lenta cessione alla ripresa vegetativa. Se si desidera ottenere siepi fitte è necessario potare in maniera drastica

Messa a dimora: utilizzare il metodo della talea semierbacea da prelevare in primavera. Si può anche seminare ma la crescita è molto lenta

Irrigazione: regolare tra i mesi di marzo e settembre, ogni due o tre giorni;  nei mesi estivi si possono intensificare le innaffiature.

 

Esposizione: in pieno sole, ma la pianta tollera bene anche la mezz’ombra. Il biancospino preferisce i climi temperati – si adatta anche a quelli caldi e freddi

besttime.me

Coltivazione: il biancospino è molto facile da coltivare, e soprattutto è adatto ad essere coltivato come bonsai. Se coltivato in piena terra è consigliabile piantarne uno soltanto in giardino e se si ritiene di avere spazio a sufficienza. La concimazione si esegue durante l’impianto apportando del letame maturo; negli anni seguenti, si distribuisce del concime complesso a lenta cessione alla ripresa vegetativa. Se si desidera ottenere siepi fitte è necessario potare in maniera drastica

Messa a dimora: utilizzare il metodo della talea semierbacea da prelevare in primavera. Si può anche seminare ma la crescita è molto lenta

Irrigazione: regolare tra i mesi di marzo e settembre, ogni due o tre giorni;  nei mesi estivi si possono intensificare le innaffiature.

 

Malattie relative a questa pianta

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

Vedi scheda completa

Ruggini

Malattie


Le ruggini sono un gruppo di malattie causate da microrganismi fungini appartenenti per lo più alla classe dei Basidiomiceti, ordine Uredinali, fam Pucciniacee. In caso di gravi attacchi, specialmente al frumento o ad altri cereali la superficie dell’ospite si ricopre di un’impalpabile polvere rosso mattone.
La malattia si riconosce in primavera per la presenza sulle foglie di pustole polverulente di colore bruno-rossiccio, rotondeggianti di circa 1-2 mm di ampiezza e distribuite in modo irregolare. Queste pustole contengono numerose spore che diffondono l’infezione da una pianta all’altra. A tarda primavera, sulla pagina inferiore delle foglie colpite si formano, al di sotto dell’epidermide, altre pustole nerastre più piccole.
L’infezione interessa quasi esclusivamente le foglie.
Le ruggini che infettano le piante attraverso le spore portate dal vento, sono diffuse su tutti i vegetali.

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Oidio

Malattie

L’oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche “mal bianco”, l’oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta “scelta” di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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Ruggini

Malattie


Le ruggini sono un gruppo di malattie causate da microrganismi fungini appartenenti per lo più alla classe dei Basidiomiceti, ordine Uredinali, fam Pucciniacee. In caso di gravi attacchi, specialmente al frumento o ad altri cereali la superficie dell’ospite si ricopre di un’impalpabile polvere rosso mattone.
La malattia si riconosce in primavera per la presenza sulle foglie di pustole polverulente di colore bruno-rossiccio, rotondeggianti di circa 1-2 mm di ampiezza e distribuite in modo irregolare. Queste pustole contengono numerose spore che diffondono l’infezione da una pianta all’altra. A tarda primavera, sulla pagina inferiore delle foglie colpite si formano, al di sotto dell’epidermide, altre pustole nerastre più piccole.
L’infezione interessa quasi esclusivamente le foglie.
Le ruggini che infettano le piante attraverso le spore portate dal vento, sono diffuse su tutti i vegetali.

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