Il cece (Cicer arietinum) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae (o Leguminoseae). Il cece è una pianta originaria del Medio Oriente. Il nome deriva dal latino cicer che, a sua volta, trae forse origine dall’antico greco macedone κίκερροι, kíkerroi = pallidi, giallastri. Il nome specifico arietinum si riferisce invece alla somiglianza che hanno i semi con il profilo della testa di un ariete. In Italia la coltivazione è diffusa soprattutto nelle regioni centrali e meridionali. La pianta presenta un portamento eretto, semiprostrato o prostrato e può raggiungere 1 m di altezza. Tutta la pianta si presenta pubescente, per la presenza di peli ghiandolari. L’apparato radicale è piuttosto profondo – fino a 2 m – costituito da una radice principale e da ramificazioni laterali più o meno abbondanti. Le foglie sono composte da foglioline dentate; i fiori sono solitari ascellari, bianchi, rosei o rossi. Il frutto è un legume, a conformazione ovato – oblunga, densamente pubescente, contenente 1 o 2 semi. I semi presentano una forma globulare o angolare – rostrata, superficie liscia o rugosa e colorazioni diverse (biancastro, crema, verde, rosso, bruno, nero). Due le varietà principali di ceci: la “mediterranea”, con semi grossi e di colore giallo, e l’ “orientale”, con semi più piccoli tendenti al rossiccio.
I ceci in cucina vengono impiegati per accompagnare piatti a base di pasta, minestre o zuppe, focacce e torte salate. I ceci lessati, possono essere gustati da soli, conditi con un filo d’olio d’oliva, oppure insaporiti con alloro, rosmarino, pepe, sedano, aglio; si accompagnano anche molto bene ai piatti di pesce.
