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Frutteto

Lampone

 

Il lampone (Rubus idaeus) è un arbusto cespuglioso a foglia caduca che può raggiungere i due metri d’altezza. Il lampone predilige terreni leggeri, freschi, anche argillosi ma non compatti ed in particolar modo senza ristagni d’acqua per non incorrere nel rischio di clorosi o asfissia radicale. L’assenza di calcare attivo nel suolo ed un valore di pH 6 – 6,5 sono fattori determinanti per la buona crescita della pianta. Il sistema radicale è di tipo fascicolato, caratterizzato da un grande sviluppo orizzontale ed emette ogni anno nuovi ricacci denominati polloni. Il frutto è costituito da un insieme di drupe ed ha una forma variabile dallo sferico al conico allungato – dal sapore dolce/acidulo – viene raccolto a fine estate o a inizio autunno; è generalmente di colore rosso, ma può essere anche giallo o ambrato.

Si distinguono le varietà “unifere”,  quelle che producono una sola volta l’anno prevalentemente sui tralci dell’anno precedente, e le varietà “bifere” o “rifiorenti” perché capaci di produrre sia sui rami dell’anno precedente (giugno-luglio) che sui polloni dell’anno (settembre-ottobre). I frutti vengono utilizzati per farne sciroppi, conserve, marmellate e gelatine, macedonie, crostate o fresche bevande. Ottimi anche per farne liquori e acquavite. In combinazione con mirtilli e fragole, entrano tra gli ingredienti di gelati e sorbetti.

 

Consigli utili

Esposizione: è preferibile un’esposizione al sole, riparata dai venti, ma il lampone può essere coltivato anche a mezz’ombra

Coltivazione: le piante coltivate in vaso si possono mettere a dimora praticamente tutto l’anno

Messa a dimora: in novembre prelevando i polloni radicali e ripiantandoli. E’ necessario l’utilizzo di tutori per sostenere i polloni

Irrigazione: irrigare in modo regolare e frequente. Evitare i lunghi periodi di siccità. Durante l’irrigazione porre attenzione a non bagnare i frutti e i fiori, al fine di evitare lo sviluppo di muffe

Raccolta: da metà giugno in poi, a seconda delle zone di coltivazione, per circa 50 giorni. La specie rifiorente comincia a maturare verso metà luglio per continuare fino a novembre.

Esposizione: è preferibile un’esposizione al sole, riparata dai venti, ma il lampone può essere coltivato anche a mezz’ombra

Coltivazione: le piante coltivate in vaso si possono mettere a dimora praticamente tutto l’anno

Messa a dimora: in novembre prelevando i polloni radicali e ripiantandoli. E’ necessario l’utilizzo di tutori per sostenere i polloni

Irrigazione: irrigare in modo regolare e frequente. Evitare i lunghi periodi di siccità. Durante l’irrigazione porre attenzione a non bagnare i frutti e i fiori, al fine di evitare lo sviluppo di muffe

Raccolta: da metà giugno in poi, a seconda delle zone di coltivazione, per circa 50 giorni. La specie rifiorente comincia a maturare verso metà luglio per continuare fino a novembre.

Malattie relative a questa pianta

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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Peronospora

Malattie

Si manifesta con macchie rotondeggianti o irregolari sulla pagina superiore delle foglie e sviluppa una muffa bianca o grigia sulla pagina inferiore in corrispondenza delle macchie. Le foglie seccano parzialmente o del tutto. Questi funghi vivono nell’interno dei tessuti delle foglie entro le quali penetrano attraverso gli stomi dando origine alle macchie. La muffa è costituita dai corpi fruttiferi del fungo, detti conidiofori, che assicurano la disseminazione della specie. Col procedere della stagione si ha la formazione degli organi riproduttivi, le oospore, che essendo resistenti alle avversità atmosferiche, assicurano la perpetuazione della specie da un anno all’altro, per lo più nel terreno. Come risultato dell’attacco delle peronospore si ha la decolorazione, l’imbrunimento e il disseccamento delle parti verdi colpite. In alcuni casi si rendono evidenti anche caratteristiche ipertrofie. La Peronospora è favorita dalle piogge o dalle irrigazioni che lasciano acqua sulla vegetazione e da temperature primaverili. Sono prevalentemente colpite piante orticole, floricole e la vite.

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Antonomo

Parassiti

L'antonomo (del melo) (Anthonomus pomorum) è un piccolo coleottero di 4-5 mm di lunghezza, di colore bruno-nerastro con una fascia trasversale e obliqua (di colore bruno chiaro) sulla parte posteriore di ciascuna elitra (ala anteriore sclerificata della quale sono dotati i coleotteri). L'uovo è ovale, di colore bianco-trasparente e con una dimensione di 0,7 x 0,5 mm. Le larve sono apode (prive di zampe), di colore da bianco-giallastro a rossiccio con il capo bruno. A maturità raggiungono gli 8 mm di lunghezza. L'antonomo del melo sverna come adulto fra i residui vegetativi alla base delle piante o nelle anfrattuosità della corteccia. All'inizio della primavera, nella fase di ingrossamento delle gemme, gli adulti fuoriescono dai loro ripari, si portano sulle piante e iniziano a nutrirsi forando le gemme al fine di raggiungere la maturità sessuale. Dopo circa 10 giorni le femmine fecondate perforano le gemme con l'aiuto del rostro (l'estremità del labbro inferiore), raggiungono i bottoni fiorali e depongono un uovo. L'ovo-deposizione dura 3-4 settimane e ogni femmina depone circa 25 uova isolate in altrettanti bottoni fiorali. Le larve si sviluppano all'interno dei bottoni fiorali, ne mangiano il contenuto e si trasformano in crisalide in 2-4 settimane. Dopo una settimana - verso maggio-giugno - gli adulti, tramite un foro di sfarfallamento laterale, abbandonano i fiori. Gli adulti rimangono ancora nel frutteto e per alcune settimane si nutrono di foglie  e perforano i frutticini, quindi  cercano un ricovero per estivare e trascorrere l'inverno in diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo). In genere viene compiuta una sola generazione l'anno. La pianta ospite per eccellenza è il melo, ma questo insetto attacca anche il pero. Ricordiamo che tra i coleotteri curculionidi vi sono molte specie che attaccano numerose piante da frutto e forestali. Tra le specie più diffuse citiamo: l'antonomo del rovo e della fragola (Anthonomus rubi), l'antonomo del pero (Anthonomus pyri) e l'antonomo del mandorlo (Anthonomus amygdali).

 

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Antracnosi

Malattie

L'antracnosi è provocata da diverse specie di funghi appartenenti al genere Colletotrichum. La patologia si presenta su tutti gli organi del pianta, che deperiscono e mostrano maculature grigio-brune, successivamente le macchie si espandono fino a formare aree necrotiche. L’Antracnosi è favorita da condizioni ambientali caldo-umide e può essere presente su orticole e ornamentali.

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Oidio

Malattie

L’oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche “mal bianco”, l’oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta “scelta” di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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Peronospora

Malattie

Si manifesta con macchie rotondeggianti o irregolari sulla pagina superiore delle foglie e sviluppa una muffa bianca o grigia sulla pagina inferiore in corrispondenza delle macchie. Le foglie seccano parzialmente o del tutto. Questi funghi vivono nell’interno dei tessuti delle foglie entro le quali penetrano attraverso gli stomi dando origine alle macchie. La muffa è costituita dai corpi fruttiferi del fungo, detti conidiofori, che assicurano la disseminazione della specie. Col procedere della stagione si ha la formazione degli organi riproduttivi, le oospore, che essendo resistenti alle avversità atmosferiche, assicurano la perpetuazione della specie da un anno all’altro, per lo più nel terreno. Come risultato dell’attacco delle peronospore si ha la decolorazione, l’imbrunimento e il disseccamento delle parti verdi colpite. In alcuni casi si rendono evidenti anche caratteristiche ipertrofie. La Peronospora è favorita dalle piogge o dalle irrigazioni che lasciano acqua sulla vegetazione e da temperature primaverili. Sono prevalentemente colpite piante orticole, floricole e la vite.

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Antonomo

Parassiti

L’antonomo (del melo) (Anthonomus pomorum) è un piccolo coleottero di 4-5 mm di lunghezza, di colore bruno-nerastro con una fascia trasversale e obliqua (di colore bruno chiaro) sulla parte posteriore di ciascuna elitra (ala anteriore sclerificata della quale sono dotati i coleotteri). L’uovo è ovale, di colore bianco-trasparente e con una dimensione di 0,7 x 0,5 mm. Le larve sono apode (prive di zampe), di colore da bianco-giallastro a rossiccio con il capo bruno. A maturità raggiungono gli 8 mm di lunghezza. L’antonomo del melo sverna come adulto fra i residui vegetativi alla base delle piante o nelle anfrattuosità della corteccia. All’inizio della primavera, nella fase di ingrossamento delle gemme, gli adulti fuoriescono dai loro ripari, si portano sulle piante e iniziano a nutrirsi forando le gemme al fine di raggiungere la maturità sessuale. Dopo circa 10 giorni le femmine fecondate perforano le gemme con l’aiuto del rostro (l’estremità del labbro inferiore), raggiungono i bottoni fiorali e depongono un uovo. L’ovo-deposizione dura 3-4 settimane e ogni femmina depone circa 25 uova isolate in altrettanti bottoni fiorali. Le larve si sviluppano all’interno dei bottoni fiorali, ne mangiano il contenuto e si trasformano in crisalide in 2-4 settimane. Dopo una settimana – verso maggio-giugno – gli adulti, tramite un foro di sfarfallamento laterale, abbandonano i fiori. Gli adulti rimangono ancora nel frutteto e per alcune settimane si nutrono di foglie  e perforano i frutticini, quindi  cercano un ricovero per estivare e trascorrere l’inverno in diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo). In genere viene compiuta una sola generazione l’anno. La pianta ospite per eccellenza è il melo, ma questo insetto attacca anche il pero. Ricordiamo che tra i coleotteri curculionidi vi sono molte specie che attaccano numerose piante da frutto e forestali. Tra le specie più diffuse citiamo: l’antonomo del rovo e della fragola (Anthonomus rubi), l’antonomo del pero (Anthonomus pyri) e l’antonomo del mandorlo (Anthonomus amygdali).

 

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Antracnosi

Malattie

L’antracnosi è provocata da diverse specie di funghi appartenenti al genere Colletotrichum. La patologia si presenta su tutti gli organi del pianta, che deperiscono e mostrano maculature grigio-brune, successivamente le macchie si espandono fino a formare aree necrotiche. L’Antracnosi è favorita da condizioni ambientali caldo-umide e può essere presente su orticole e ornamentali.

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