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Frutteto

Mora

 

Il rovo (Rubus fruticosus) è un arbusto molto produttivo, vigorosissimo, rustico, resistente ai freddi invernali e alle brinate tardive. Adattabile a tutti gli ambienti, può essere coltivato anche in terreni pesanti, evitando comunque ristagni d’acqua.  Ogni anno dal ceppo vengono emessi vigorosi polloni che possono raggiungere la lunghezza di 5 m e che nell’anno successivo porteranno la produzione di more. Grazie alla sua rusticità il rovo è la pianta ideale per creare filari o spalliere sui bordi dei giardini o lungo i muri di recinzione. Una pianta per metro lineare è sufficiente a costituire una efficace barriera. In commercio si trovano varietà senza spine. La fioritura è scalare, di conseguenza anche i frutti maturano scalarmente. Le more sono composte da un numero variabile di piccole drupe, verdi nel frutto acerbo, poi rosse ed infine nere quando mature. Ciascuna drupa contiene al proprio interno un piccolo seme. Le more si consumano fresche ma possono essere congelate, per preservarne intatte le proprietà. Le more, frutti ricchi di vitamine costituiscono ingrediente di marmellate e conserve, da sole o in associazione con fragole, mirtilli e lamponi. Utilizzate per guarnire o preparare torte, crostate, dolci o gelati, e per la produzione di vini e grappe. Le more trovano impiego anche in pizze dolci o per guarnire portate a base di carni (anatra) e nella preparazione di salse e mousse.

Consigli utili

Esposizione: da preferire i luoghi soleggiati e riparati dai venti

Coltivazione: per la coltivazione delle more  in vaso è importante la scelta dei contenitori. I vasi devono essere di almeno 35-40 cm di diametro, in alternativa utilizzare dei cassoni di almeno 1 m in lunghezza, 40 cm di profondità e 15 cm in larghezza. In primavera, effettuare rinvasi; potare le radici; ridurre i polloni e arricchire il terreno con concime stallatico;  innaffiature costanti e moderate

Messa a dimora: la messa a dimora può avvenire praticamente durante tutto l’anno. L’epoca classica d’impianto rimane comunque novembre per le regioni centro meridionali; la primavera per le zone settentrionali. La varietà senza spine estiva è sensibile al freddo invernale mentre la tardiva resiste bene alle basse temperature

Irrigazione: normalmente non è necessario intervenire se non nei periodi di prolungata siccità

Raccolta: la maturazione delle more è scalare – in genere da metà luglio – e dura generalmente da 40 a 50 giorni, secondo le varietà e il clima.

Esposizione: da preferire i luoghi soleggiati e riparati dai venti

Coltivazione: per la coltivazione delle more  in vaso è importante la scelta dei contenitori. I vasi devono essere di almeno 35-40 cm di diametro, in alternativa utilizzare dei cassoni di almeno 1 m in lunghezza, 40 cm di profondità e 15 cm in larghezza. In primavera, effettuare rinvasi; potare le radici; ridurre i polloni e arricchire il terreno con concime stallatico;  innaffiature costanti e moderate

Messa a dimora: la messa a dimora può avvenire praticamente durante tutto l’anno. L’epoca classica d’impianto rimane comunque novembre per le regioni centro meridionali; la primavera per le zone settentrionali. La varietà senza spine estiva è sensibile al freddo invernale mentre la tardiva resiste bene alle basse temperature

Irrigazione: normalmente non è necessario intervenire se non nei periodi di prolungata siccità

Raccolta: la maturazione delle more è scalare – in genere da metà luglio – e dura generalmente da 40 a 50 giorni, secondo le varietà e il clima.

Malattie relative a questa pianta

Sclerotinia e Muffa grigia

Malattie

Si manifesta con marcescenza di bulbi, radici e fusti, con presenza di corpi duri nerastri (sclerozi). Sono visibili macchie gialle che poi ammuffiscono e muffa grigia evidente su boccioli, fiori, foglie e steli. Le Sclerotinie formano sopra fusti, bulbi e radici marcite un feltro bianco contenente corpi neri e duri detti stromi o sclerozi, successivamente si riproducono attraverso un’altra forma detta conidica, che mostra la particolare muffa grigia chiamata Botrytis. Questa muffa si riscontra frequentemente con tempo umido, sopra tutte le parti di una pianta colpita, sulle foglie, gli steli, i boccioli e i fiori. I conidi infettano le piante per via aerea, mentre gli sclerozi possono permanere a lungo nel terreno, anche in condizioni avverse, permettendo al fungo di colpire nuove piante anche a distanza di tempo. Sclerotinie e Botrytis sono molto diffuse e infettive su colture orticole, floreali e vite.

Vedi scheda completa

Antonomo

Parassiti

L'antonomo (del melo) (Anthonomus pomorum) è un piccolo coleottero di 4-5 mm di lunghezza, di colore bruno-nerastro con una fascia trasversale e obliqua (di colore bruno chiaro) sulla parte posteriore di ciascuna elitra (ala anteriore sclerificata della quale sono dotati i coleotteri). L'uovo è ovale, di colore bianco-trasparente e con una dimensione di 0,7 x 0,5 mm. Le larve sono apode (prive di zampe), di colore da bianco-giallastro a rossiccio con il capo bruno. A maturità raggiungono gli 8 mm di lunghezza. L'antonomo del melo sverna come adulto fra i residui vegetativi alla base delle piante o nelle anfrattuosità della corteccia. All'inizio della primavera, nella fase di ingrossamento delle gemme, gli adulti fuoriescono dai loro ripari, si portano sulle piante e iniziano a nutrirsi forando le gemme al fine di raggiungere la maturità sessuale. Dopo circa 10 giorni le femmine fecondate perforano le gemme con l'aiuto del rostro (l'estremità del labbro inferiore), raggiungono i bottoni fiorali e depongono un uovo. L'ovo-deposizione dura 3-4 settimane e ogni femmina depone circa 25 uova isolate in altrettanti bottoni fiorali. Le larve si sviluppano all'interno dei bottoni fiorali, ne mangiano il contenuto e si trasformano in crisalide in 2-4 settimane. Dopo una settimana - verso maggio-giugno - gli adulti, tramite un foro di sfarfallamento laterale, abbandonano i fiori. Gli adulti rimangono ancora nel frutteto e per alcune settimane si nutrono di foglie  e perforano i frutticini, quindi  cercano un ricovero per estivare e trascorrere l'inverno in diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo). In genere viene compiuta una sola generazione l'anno. La pianta ospite per eccellenza è il melo, ma questo insetto attacca anche il pero. Ricordiamo che tra i coleotteri curculionidi vi sono molte specie che attaccano numerose piante da frutto e forestali. Tra le specie più diffuse citiamo: l'antonomo del rovo e della fragola (Anthonomus rubi), l'antonomo del pero (Anthonomus pyri) e l'antonomo del mandorlo (Anthonomus amygdali).

 

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Antracnosi

Malattie

L'antracnosi è provocata da diverse specie di funghi appartenenti al genere Colletotrichum. La patologia si presenta su tutti gli organi del pianta, che deperiscono e mostrano maculature grigio-brune, successivamente le macchie si espandono fino a formare aree necrotiche. L’Antracnosi è favorita da condizioni ambientali caldo-umide e può essere presente su orticole e ornamentali.

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Sclerotinia e Muffa grigia

Malattie

Si manifesta con marcescenza di bulbi, radici e fusti, con presenza di corpi duri nerastri (sclerozi). Sono visibili macchie gialle che poi ammuffiscono e muffa grigia evidente su boccioli, fiori, foglie e steli. Le Sclerotinie formano sopra fusti, bulbi e radici marcite un feltro bianco contenente corpi neri e duri detti stromi o sclerozi, successivamente si riproducono attraverso un’altra forma detta conidica, che mostra la particolare muffa grigia chiamata Botrytis. Questa muffa si riscontra frequentemente con tempo umido, sopra tutte le parti di una pianta colpita, sulle foglie, gli steli, i boccioli e i fiori. I conidi infettano le piante per via aerea, mentre gli sclerozi possono permanere a lungo nel terreno, anche in condizioni avverse, permettendo al fungo di colpire nuove piante anche a distanza di tempo. Sclerotinie e Botrytis sono molto diffuse e infettive su colture orticole, floreali e vite.

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Antonomo

Parassiti

L’antonomo (del melo) (Anthonomus pomorum) è un piccolo coleottero di 4-5 mm di lunghezza, di colore bruno-nerastro con una fascia trasversale e obliqua (di colore bruno chiaro) sulla parte posteriore di ciascuna elitra (ala anteriore sclerificata della quale sono dotati i coleotteri). L’uovo è ovale, di colore bianco-trasparente e con una dimensione di 0,7 x 0,5 mm. Le larve sono apode (prive di zampe), di colore da bianco-giallastro a rossiccio con il capo bruno. A maturità raggiungono gli 8 mm di lunghezza. L’antonomo del melo sverna come adulto fra i residui vegetativi alla base delle piante o nelle anfrattuosità della corteccia. All’inizio della primavera, nella fase di ingrossamento delle gemme, gli adulti fuoriescono dai loro ripari, si portano sulle piante e iniziano a nutrirsi forando le gemme al fine di raggiungere la maturità sessuale. Dopo circa 10 giorni le femmine fecondate perforano le gemme con l’aiuto del rostro (l’estremità del labbro inferiore), raggiungono i bottoni fiorali e depongono un uovo. L’ovo-deposizione dura 3-4 settimane e ogni femmina depone circa 25 uova isolate in altrettanti bottoni fiorali. Le larve si sviluppano all’interno dei bottoni fiorali, ne mangiano il contenuto e si trasformano in crisalide in 2-4 settimane. Dopo una settimana – verso maggio-giugno – gli adulti, tramite un foro di sfarfallamento laterale, abbandonano i fiori. Gli adulti rimangono ancora nel frutteto e per alcune settimane si nutrono di foglie  e perforano i frutticini, quindi  cercano un ricovero per estivare e trascorrere l’inverno in diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo). In genere viene compiuta una sola generazione l’anno. La pianta ospite per eccellenza è il melo, ma questo insetto attacca anche il pero. Ricordiamo che tra i coleotteri curculionidi vi sono molte specie che attaccano numerose piante da frutto e forestali. Tra le specie più diffuse citiamo: l’antonomo del rovo e della fragola (Anthonomus rubi), l’antonomo del pero (Anthonomus pyri) e l’antonomo del mandorlo (Anthonomus amygdali).

 

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Antracnosi

Malattie

L’antracnosi è provocata da diverse specie di funghi appartenenti al genere Colletotrichum. La patologia si presenta su tutti gli organi del pianta, che deperiscono e mostrano maculature grigio-brune, successivamente le macchie si espandono fino a formare aree necrotiche. L’Antracnosi è favorita da condizioni ambientali caldo-umide e può essere presente su orticole e ornamentali.

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