Skip to content Skip to footer
Ornamentale

Ortensie

Il nome scientifico della specie più diffusa è Hydrangea macrophilla. Essa comprende numerose varietà con grosse infiorescenze globose bianche, rosa, rosse o azzurre, che possono essere coltivate sia in vaso sia in piena terra.

Il genere Hydrangea comprende circa 80 specie con aspetto diverso, dall’arbustivo, al rampicante sempreverde o a foglie decidue. Il nome ha origine latina, significa “che cura orti e giardini”. Ortensia era anche un soprannome di Venere. Per il periodo della sua fioritura, da marzo in poi, è considerata il simbolo di Pasqua. Fu introdotta in Europa nel XVIII secolo dal naturalista Philibert Commerson. La particolarità di questa pianta sono i fiori, riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, dette corimbi o pannocchie (infiorescenza composta, normalmente di forma conica), che portano fiori per lo più sterili, soprattutto quelli esterni, per cui sono sostituiti dai sepali, grandi e petaliformi, mentre le altre parti fiorali sono abortite.

Altre specie del genere Hydrangea sono l’H. paniculata, arbusto con ramificazioni sottili e decombenti (inclinati verso il basso) sotto il peso delle piccole infiorescenze bianche, che viene coltivata a forma di alberetto o cespuglio e si moltiplica per talea e l’H. arborescens, arbusto con foglie decidue e fiori profumati.

Consigli utili

Esposizione: mezz’ombra
Coltivazione: non ci sono difficoltà particolari nella coltivazione delle ortensie, sono robuste e vivono bene in molte regioni temperate. Il terreno ideale deve essere fresco, arricchito con letame maturo, con torba oppure con terriccio premiscelato adatto a piante acidofile. L’acidità del terreno influenza il colore dei fiori: il blu indica un terreno più acido (pH < 6)
Irrigazione: richiede molta acqua, specialmente nel periodo della fioritura, ma è sensibilissima ai ristagni, che hanno quasi sempre esito letale
Messa a dimora: la moltiplicazione dell’ortensie rampicanti avviene mediante talee effettuate tra giugno-luglio. Le talee radicate si possono invasare singolarmente, in contenitori di circa 10 cm, in ottobre. Le ortensie arbustive si moltiplicano con talee prelevate tra agosto-settembre, e devono essere lunghe circa 10-15 cm. Le talee radicate si invasano in vasi di 10 cm. Le piantine si trapiantano in primavera.

Esposizione: mezz’ombra
Coltivazione: non ci sono difficoltà particolari nella coltivazione delle ortensie, sono robuste e vivono bene in molte regioni temperate. Il terreno ideale deve essere fresco, arricchito con letame maturo, con torba oppure con terriccio premiscelato adatto a piante acidofile. L’acidità del terreno influenza il colore dei fiori: il blu indica un terreno più acido (pH < 6)
Irrigazione: richiede molta acqua, specialmente nel periodo della fioritura, ma è sensibilissima ai ristagni, che hanno quasi sempre esito letale
Messa a dimora: la moltiplicazione dell’ortensie rampicanti avviene mediante talee effettuate tra giugno-luglio. Le talee radicate si possono invasare singolarmente, in contenitori di circa 10 cm, in ottobre. Le ortensie arbustive si moltiplicano con talee prelevate tra agosto-settembre, e devono essere lunghe circa 10-15 cm. Le talee radicate si invasano in vasi di 10 cm. Le piantine si trapiantano in primavera.

Malattie relative a questa pianta

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

Vedi scheda completa

Acari

Parassiti


Sono ragnetti molto piccoli, della grandezza di una capocchia di spillo. Quando l’infestazione è elevata si notano delle ragnatele.

Vedi scheda completa

Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

Vedi scheda completa

Lumache e limacce

Parassiti

Lumache, limacce e chiocciole sono morfologicamente caratterizzate dal possedere un “piede” muscoloso che permette loro di muoversi strisciando.
Questo piede secerne costantemente muco, che successivamente secca e forma la tipica “traccia” argentea, segno evidente della presenza di questi infestanti. Lo sviluppo di un individuo fino alla maturità richiede circa 1 anno. Lumache, limacce e chiocciole sono infestanti tipiche di giardini, orti e frutteti. Vivono in luoghi umidi e freschi, vicino a corsi d’acqua, nei boschi. Si possono definire onnivore dal momento che si nutrono di vegetali, piccoli insetti e lombrichi.
Sono attive principalmente durante la notte e nelle giornate piovose o nebbiose. Nei giorni soleggiati cercano riparo dal sole e dall’eccessivo calore nelle zone d’ombra, sotto le foglie o ai piedi delle piante.
Preferiscono le foglie delle piante particolarmente succulente, per cui gli attacchi sono frequenti su fragole, carciofi, pomodori, anche perché i frutti di queste piante sono vicini alla superficie del terreno e quindi più facilmente attaccabili.

Vedi scheda completa

Oidio

Malattie

L’oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche “mal bianco”, l’oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta “scelta” di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

Vedi scheda completa

Acari

Parassiti


Sono ragnetti molto piccoli, della grandezza di una capocchia di spillo. Quando l’infestazione è elevata si notano delle ragnatele.

Vedi scheda completa

Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

Vedi scheda completa

Lumache e limacce

Parassiti

Lumache, limacce e chiocciole sono morfologicamente caratterizzate dal possedere un “piede” muscoloso che permette loro di muoversi strisciando.
Questo piede secerne costantemente muco, che successivamente secca e forma la tipica “traccia” argentea, segno evidente della presenza di questi infestanti. Lo sviluppo di un individuo fino alla maturità richiede circa 1 anno. Lumache, limacce e chiocciole sono infestanti tipiche di giardini, orti e frutteti. Vivono in luoghi umidi e freschi, vicino a corsi d’acqua, nei boschi. Si possono definire onnivore dal momento che si nutrono di vegetali, piccoli insetti e lombrichi.
Sono attive principalmente durante la notte e nelle giornate piovose o nebbiose. Nei giorni soleggiati cercano riparo dal sole e dall’eccessivo calore nelle zone d’ombra, sotto le foglie o ai piedi delle piante.
Preferiscono le foglie delle piante particolarmente succulente, per cui gli attacchi sono frequenti su fragole, carciofi, pomodori, anche perché i frutti di queste piante sono vicini alla superficie del terreno e quindi più facilmente attaccabili.

Vedi scheda completa