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Ornamentale

Phlox

 

Il genere Phlox comprende diverse specie ed il suo nome significa fiamma, a ricordo dei colori accessi e della forma dei suoi fiori. Il genere Phlox viene coltivato per l’intenso effetto cromatico delle sue fioriture, che vanno dal rosa al violetto, al rosso porpora e carminio, al bianco, fino al viola. I fiori sono profumati. La specie subulata e la specie divaricata sono in genere utilizzate per creare cuscini tapezzanti, bordure ed aiuole. La specie drummondii è invece più utilizzata per coltivazione in vaso e regala intense fioriture dai colori sgargianti, che ben si accostano ad altre specie fiorite per creare allegre composizioni. Il genere Phlox si presta alla coltivazione sia in piena terra sia in vaso, avendo dimensioni medie che vanno da 60 a 110 cm.

Consigli utili

Esposizione: soleggiata

Terreno:ricco, fertile, ben drenato. Apportare concime organico (humus) a primavera prima della fioritura

Irrigazione: costante senza pero’ causare ristagni idrici. Il genere Phlox trae vantaggio da abbondanti irrigazioni in particolare durante la fase di sviluppo

Messa a dimora: a primavera. In aututnno, al termine della fioritura, è opportuno intervenire con una buona potatura per favorire la fioritura nella stagione successiva.

Esposizione: soleggiata

Terreno:ricco, fertile, ben drenato. Apportare concime organico (humus) a primavera prima della fioritura

Irrigazione: costante senza pero’ causare ristagni idrici. Il genere Phlox trae vantaggio da abbondanti irrigazioni in particolare durante la fase di sviluppo

Messa a dimora: a primavera. In aututnno, al termine della fioritura, è opportuno intervenire con una buona potatura per favorire la fioritura nella stagione successiva.

Malattie relative a questa pianta

Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

Vedi scheda completa

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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Afidi

Parassiti

Sono insetti molto piccoli (gli adulti misurano in genere 2 millimetri) che, pungendo foglie e petali, causano macchie decolorate.
La forma alata è la prima ad infestare la coltura. Successivamente si hanno forme attere (senza ali) che daranno inizio alla colonia. Le colonie colonizzano le foglie più giovani e i bottoni fiorali provocando rallentamenti vegetativi e danni ai fiori.

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Oidio

Malattie

L’oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche “mal bianco”, l’oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta “scelta” di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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