Il nome del genere deriva dal greco ”sínapis”=”senape”. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae. E’ una pianta originaria dell’Asia, dove cresce spontanea. In Italia è presente in tutto il territorio ed è anche infestante di colture erbacee ed arboree e degli incolti, ruderi. Presente e coltivata tutt’oggi nel bacino Mediterraneo, ne esistono diverse varietà ma quelle più coltivate sono:
senape bianca, caratterizzata da semi più grossi e di colore bianco-giallastro; senape nera, i cui semi si presentano di un colore marrone scuro, quasi nero e risultano essere i più piccanti; senape bruna o cinese, con semi di colore verde, molto apprezzata in Oriente.
Ha fusto eretto che può raggiungere un’altezza di due metri. La forma delle foglie è ovale e appuntita con margini dentellati, la parte superiore è verde scuro mentre la parte inferiore si presenta più chiara. Da maggio a settembre all’apice dei fusti sbocciano numerosi piccoli fiorellini di colore giallo vivo. I frutti sono silique (tipica forma del frutto delle brassicaeae costituito da due parti che alla maturità si distaccano lasciando una membrana centrale su cui sono attaccati due serie di semi) glabre contenenti piccoli semi lisci di colore scuro. I semi di senape sono inodori e insapori fino al momento della triturazione e dell’ammollo in acqua, quando sprigionano il loro aroma pungente ed intenso e il sapore piccante. La senape in polvere ha un odore pungente e un sapore molto forte, caratteristico, aspro e irritante. Le preparazioni a base di senape sono dette “senapi” o più propriamente, “mostarde”. Il nome mostarda deriva dal latino “mustum”, poiché in molte preparazioni a base di senape veniva usato il mosto di vino. Ancora oggi, in Sicilia, si trova una mostarda fatta solo di mosto cotto e farina di senape. La senape ha proprietà leggermente conservanti, che assumevano una certa importanza in epoche remote. Già conosciuta ai tempi dei romani che la usavano per conservare frutta, verdura, succhi di frutta, mosto di vino e per medicarsi. Dai semi è possibile ricavare un olio commestibile, impiegato anche nella fabbricazione di sapone.
