Il cavolo verza (Brassica oleracea var. Sabauda) appartiene alla famiglia delle Brassicaceae ed è un ortaggio molto conosciuto con il nome di verza.
Il cavolo verza presenta foglie di colore verde, grinzose, che formano un cespo compatto. Comprende varietà estive, autunnali e invernali. Tra le prime si possono ricordare il "Primaticcio di S. Giovanni" e il "Verzotto corto precoce"; tra le seconde, il "Verzotto d'Asti", il "cavolo di Milano" e "Vittoria"; delle invernali, il "Trionfo d'inverno", il "Pontoise", il "Re d'inverno", il "Vertus" ecc. Esistono anche alcune varietà di cavoli decorativi variamente colorati. Si tratta di piante ottenute da un'ibridazione della Brassica oleracea (il cavolo comune). Diversamente dalla pianta-madre, non produce la "testa" ed è caratterizzata da foglie di diverse colorazioni (giallo, rosa, arancio, porpora) che si arricciano sui bordi. Il cavolo verza contiene un raro principio attivo che protegge le pareti dello stomaco dalle lesioni gastriche. Si può mangiare crudo. Trova utilizzo soprattutto per preparare minestre, zuppe e brasato insieme alla carne, come nella casoeula lombarda.
Coltivazione: la verza preferisce il clima temperato.
Messa a dimora: nelle regioni settentrionali il cavolo verza si semina a giugno e si raccoglie in inverno. Nelle regioni a clima più mite le colture estive si seminano in primavera e si raccolgono d'estate. Le verze invernali si seminano in semenzaio in primavera si raccolgono in inverno.
Irrigazione: annaffiature periodiche e in funzione delle condizioni climatiche.
L'alternaria si conserva da un anno all'altro sui residui di piante ammalate e su ospiti spontanei. Le condizioni ottimali per il suo sviluppo sono l'elevata umidità ambientale ed una temperatura intorno ai 28°C. Questa malattia fungina è in grado di attaccare fusti, foglie e frutti delle piante. Viene anche comunemente chiamata "malattia della senescenza". Sui fusti possono comparire piccole macchie nere, ovali e ben delimitate che determinano l'appassimento della vegetazione sovrastante; l'infezione si può estendere con analoga sintomatologia alle ramificazioni contigue, ai piccioli, alle foglie e ai frutti. A livello di foglie la malattia genera macchie irregolari nerastre e necrotiche, tipicamente zonate in modo concentrico. Questa tipica conformazione viene assunta anche dalle macchie che compaiono sui frutti attaccati.