L'anice (Pimpinella anisum) appartiene alla famiglia delle Apiaceae. Dal greco aniemi = scacciare (i gas e i vermi) per le sue proprietà di favorire la digestione e porre rimedio contro il meteorismo. Originaria dell'Oriente, è coltivata nella maggior parte del territorio europeo, oltre che in Asia minore, India, Nord-Africa e Messico. L'anice si è talmente diffuso nella nostra Penisola da potersi considerare una pianta spontanea.
Il fusto è sottile, ramificato all'apice, cavo, eretto, striato, verde e rotondeggiante. Le foglie sono alterne e presentano diverse caratteristiche a seconda di come sono inserite sul fusto: quelle basali sono solitamente di forma rotondeggiante, seghettate e lobate; le foglie intermedie hanno una forma trifogliata; quelle più in alto presentano delle incisioni strette e un picciolo corto.
In estate produce grandi infiorescenze ad ombrello, costituite da fiorellini bianchi, talvolta così pesanti da piegare i fusti che le portano. Il frutto è uno schizocarpo (cioè un frutto che a maturità si suddivide in più elementi, secondo delle linee di sutura, contenenti ognuno un solo seme) formato da due acheni ovoidali coperti di peli setolosi rigidi e dotati di numerose sacche oleifere. L'anice ha un sapore dolce e piccante. L'anice trova impiego nel settore alimentare come spezia per aromatizzare cibi sia dolci che salati e nel settore liquoristico per la produzione di bevande alcoliche.
Clima: preferisce i climi temperati, le temperature ottimali per il suo sviluppo variano da 15 a 25 °C; tollera valori termici di poco inferiori allo zero però teme le gelate tardive.
Esposizione: ben soleggiata e riparata dal vento
Coltivazione: rifugge i terreni argillosi o umidi. Preferisce terreni freschi e ricchi di. Il pH ottimale è compreso tra 6.3 e 7.3.
Messa a dimora: la semina dell'anice si esegue in marzo-aprile. Il seme dell'anice impiega circa 30 giorni per germinare, ma lo sviluppo vegetativo prosegue molto rapidamente dopo l'emissione delle prime foglie.
Irrigazione: l'irrigazione viene eseguita durante i periodi siccitosi o molto caldi.
I marciumi di colletto e radici sono causati prevalentemente dai funghi delle specie Pythium e Phytophtora, questi attaccano le parti sotterranee delle piante causando ingiallimento e morte della pianta. A causa della loro natura non sono facilmente individuabili e spesso quando si decide di intervenire è troppo tardi poiché lo stato di salute della pianta è alquanto compromesso.