Il nashi (Pyrus pyrifolia), o pero giapponese, può essere considerato il "cugino" delle nostre pere.
Il pero giapponese è infatti originario della Cina centrale e appartiene alla famiglia delle Rosaceae.
Il frutto del nashi ricorda però più una mela che una pera, e per questo motivo viene spesso chiamato anche "mela-pera". La buccia dei frutti è giallo-verde o bronzata. La polpa è solitamente succosa, abbastanza zuccherina ma con acidità scarsa. Le tante varietà reperibili sul mercato hanno spesso orientali: "Chojuro", "Hosui", "Kosui", "Nijiseiki (Twentieth Century)" "Shinseiki". La maggior parte delle varietà è autoincompatibile, cioè per fruttificare è indispensabile la presenza di una varietà impollinatrice.
Proprietà del nashi: il nashi è un frutto poco calorico con un alto contenuto di magnesio ed altri sali minerali e vitamine.
Consumo e principali impieghi in cucina: i frutti si consumano interi con o senza buccia. Ottimi con prosciutto crudo, formaggi duri e in macedonia.
Clima: il nashi preferisce i climi temperati ma resiste bene al freddo invernale. Le gelate tardive possono però compromettere la fioritura (ad inizio aprile).
Esposizione: i migliori risultati si hanno con una esposizione in pieno sole.
Coltivazione: il nashi è una pianta tutto sommato vigorosa e abbastanza rustica, facile da coltivare. Si deve concimare in primavera e all'inizio dell'estate.
Irrigazione: intensificare le irrigazione, senza esagerare, specialmente dopo l'allegagione e durante la fase di ingrossamento del frutto.
Raccolta e conservazione: in genere la raccolta è concentrata nei mesi di agosto e settembre. Il nashi si conserva in frigorifero per molto tempo.
La Ticchiolatura è una malattia crittogamica, causata sulle piante ornamentali da funghi appartenenti al genere Diplocarpon o Marssonina e sulle piante da frutto da funghi appartenenti al genere Venturia; si sviluppa soprattutto in presenza di un clima particolarmente umido ed in assenza di un adeguato riciclo d’aria.
Gli attacchi avvengono principalmente in autunno o durante primavere fresche e piovose. Le specie vegetali più colpite sono le rosacee da frutto, in particolare il melo, il pero e le rose, vengono colpite anche piante ad alto fusto, quali il pioppo e il salice. La malattia interessa particolarmente le foglie, ma anche fusti e frutti.
Le foglie sono le prime parti della pianta ad essere colpite, si ricoprono, in maniera graduale, di macchie scure, che all’inizio sono piccole ed isolate, successivamente si accrescono sino a confluire. Attorno alle macchie, nere o porpora scuro, la foglia tende a ingiallire.
La ticchiolatura interessa inizialmente la pagina superiore della foglia, successivamente si propaga alla pagina inferiore per poi passare ai rami più giovani, poi a quelli portanti e contaminare infine il frutto.
Se l’attacco è particolarmente grave si può arrivare alla filloptosi della pianta con riduzione dello sviluppo vegetativo e della fioritura.
Il fungo sopravvive all'inverno come spora, nelle foglie che cadono in terra.