La fava (Vicia faba) è una leguminosa erbacea, a ciclo annuale, appartenente alla famiglia delle Leguminose. Forse originaria dell'Africa settentrionale e della Cina, già 5.000 anni fa, veniva usata come alimento; successivamente la sua coltivazione si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo.
In America le fave vennero introdotte dopo la scoperta di Cristoforo Colombo e tutt'ora si coltivano ampiamente nelle regioni dell'America latina. In Italia trova la sua maggiore diffusione nel meridione in quanto è in questo areale che possono ottenersi produzioni precoci di particolare pregio. La fava è una pianta a rapido sviluppo, a portamento eretto, glabra, di colore grigio-verde, a sviluppo indeterminato. La radice è fittonante, ricca di numerose ramificazioni laterali nelle quali si trovano dei tubercoli che ospitano il Rhizobium legaminosarum, batterio che fissa l'azoto.
I fusti hanno forma quadrangolare. I fiori sono raccolti in brevi racemi (un'infiorescenza costituita da un asse centrale sul quale si inseriscono fiori con peduncoli della stessa lunghezza in punti diversi lungo l'asse fiorale) che si sviluppano all'ascella delle foglie a partire dal 7° nodo.
Ogni racemo porta 1-6 fiori di colore bianco-violaceo. Il frutto è un legume allungato, cilindrico o appiattito, glabro o pubescente che contiene da 2 a 10 semi. Semi inizialmente verdi e di colore più scuro a maturità.
Le cultivar di fave più note sono:
- "Aguadulce": pianta rustica, dal ciclo medio precoce. Sapore dolce e molto delicato.
- "Supersimonia": pianta di taglia alta, vigorosa. Di eccellente qualità e molto produttiva.
- "Reina bianca e mora": varietà molto resistenti al gelo; precoci e produttive.
- "Histal": pianta vigorosa e molto produttiva.
- "Siviglia": molto produttiva e precoce.
- "Baggiana": varietà con semi molto grossi.
- "Fava delle Cascine": è una varietà molto resistente ai geli invernali.
La fava si può consumare sia cotta che cruda. Cruda, si accompagna generalmente con del formaggio pecorino, pancetta o salame; cotta è usata invece per la preparazione di zuppe e minestre. Le fave forniscono al nostro organismo una buona quantità di potassio, magnesio, ferro, selenio, rame e zinco; inoltre sono ricche di proteine, vitamine, fibre e sali minerali.
Nella cucina tradizionale la fava costituisce una pietanza fondamentale e tante sono le ricette che la vedono protagonista assoluta in zuppe, risotti, paste. In Grecia, le fave venivano usate in politica nelle votazioni per confermare un "progetto di legge": le fave bianche indicavano consenso positivo, quelle nere, negativo. È celeberrima l'idiosincrasia di Pitagora e della sua Scuola per le fave: non solo si guardavano bene dal mangiarne, ma evitavano accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone preferì farsi raggiungere che mettersi in salvo attraverso un campo di fave.
Coltivazione: il clima ottimale è quello temperato anche se la fava riesce a tollerare e a germinare a temperature di soli 5°. La fava predilige terreni profondi a medio impasto e ben drenati
Messa a dimora: la riproduzione delle fave avviene per seme. La semina si effettua in epoche diverse:
- in autunno nelle regioni meridionali;
- a fine inverno nelle regioni settentrionali.
I semi vanno posti ad una profondità di 8-10cm massimo. Per una germinazione precoce i semi possono essere messi a bagno nell'acqua fino a farne raddoppiare il peso e poi tenerli a una temperatura piuttosto bassa (4-5 °C) fino a che non inizino la germinazione
Irrigazione: le fave richiedono regolari innaffiature solo se il clima è siccitoso
Raccolta: in genere è scalare, a partire da aprile-maggio, quando i semi non sono completamente maturi, risultando così teneri e dolci.
Le ruggini sono un gruppo di malattie causate da microrganismi fungini appartenenti per lo più alla classe dei Basidiomiceti, ordine Uredinali, fam Pucciniacee. In caso di gravi attacchi, specialmente al frumento o ad altri cereali la superficie dell’ospite si ricopre di un’impalpabile polvere rosso mattone.
La malattia si riconosce in primavera per la presenza sulle foglie di pustole polverulente di colore bruno-rossiccio, rotondeggianti di circa 1-2 mm di ampiezza e distribuite in modo irregolare. Queste pustole contengono numerose spore che diffondono l’infezione da una pianta all’altra. A tarda primavera, sulla pagina inferiore delle foglie colpite si formano, al di sotto dell’epidermide, altre pustole nerastre più piccole.
L’infezione interessa quasi esclusivamente le foglie.
Le ruggini che infettano le piante attraverso le spore portate dal vento, sono diffuse su tutti i vegetali.