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Josta o ribes josta

Categoria: Frutteto

La Josta (Ribes nigridolaria) è un ibrido tra ribes nero e uva spina. Appartiene alla famiglia delle Saxifragaceae. E' una pianta molto vigorosa, di taglia più elevata rispetto all'uva spina, senza spine. E' molto resistente ai rigori invernali e ben si adatta ai climi di montagna; ma può essere sensibile alle gelate tardive. Produce bacche colore nero brillante di medie dimensioni riunite in grappoli di 2-3, di colore violaceo scuro, di sapore adatto anche al consumo fresco. Le bacche della Josta come quelle del ribes nero, sono estremamente ricche di Vitamina C e sono utilizzate per guarnire pietanze, nelle macedonie e nella preparazione di cocktail.

 

Esposizione: soleggiata

Coltivazione: ideale per la coltivazione un terreno profondo e fresco, non umido e comunque ben drenato. Facile da coltivare anche in vaso. È consigliabile anche come pianta decorativa in giardino, come esemplare isolato, in gruppi o per siepi. Per una buona produzione, la concimazione è fondamentale; si consiglia di utilizzare prodotti organici come letame o compost in autunno e un fertilizzante a base potassica in primavera ed estate

Messa a dimora: la propagazione avviene per talea

Irrigazione: le innaffiature devono essere regolari nel periodo di ingrossamento dei frutti. Evitare i ristagni idrici

Raccolta: le bacche maturano nel mese di luglio. La raccolta è scalare. La josta è priva di spine  e  la raccolta è molto più rapida rispetto all'uvaspina.

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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