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Caprifoglio

Categoria: Ornamentale

Il genere Lonicera comprende circa 200 specie provenienti da Asia, America settentrionale e Europa. Famiglia delle Caprifogliaceae. Il caprifoglio (Lonicera caprifolium) è tra le specie rampicanti più belle ed appariscenti. I fusti si avvolgono ai supporti in senso orario. I fiori, intensamente profumati e riuniti in mazzetti, di colore giallo crema con sfumature rosa,  compaiono da maggio in poi. Altre specie coltivate sono: la Lonicera peryclymenum, a foglia caduca, dalle corolle profumate bianco-gialle; la Lonicera hildebrandiana, sempreverde, dai fiori vaniglia raggruppati in mazzetti; la Lonicera x heckrottii, dai fiori di colore rosa-arancio; la Lonicera japonica, originaria dell'Estremo Oriente (Giappone, Corea, Manciuria, Cina), sempreverde, con foglie di colore verde chiaro e fiori profumati di colore inizialmente bianco e in seguito giallo, che compaiono per tutta la primavera fino all'estate; Lonicera tragophylla, che da  giugno produce  fiori di colore giallo-oro. Ricordiamo che i  frutti (bacche carnose) sono  tossici: non raccoglierne. Si tratta di piante adatte a ricoprire graticci, pergolati, muri e staccionate.

Esposizione: sole diretto o leggera ombra. Si tratta comunque di  una specie piuttosto rustica che si adatta a qualsiasi tipo di esposizione.

Coltivazione: queste piante si adattano bene in tutti i terreni. La maggior parte delle specie è resistente sia alle alte che alle basse temperature. Si consiglia di diradare i rami eliminando quelli più vecchi o danneggiati e di concimare alla fine dell'inverno.

Messa a dimora: le piante che si ottengono dal seme fioriscono solo dopo alcuni; è quindi da preferire la propagazione tramite talea a fine estate. Il metodo più indicato per ottenere nuove piante è comunque quello della propaggine: si  interrano parzialmente i rami bassi e flessibili, tra agosto e novembre, avendo cura di staccarli dalla pianta madre solo a radicamento avvenuto, in genere dopo un anno.

Irrigazione: i caprifogli coltivati in vaso devono essere annaffiati con regolarità durante la primavera-estate, meno in inverno. Da evitare i ristagni idrici.

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Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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