La cedrina (Lippia citriodora) è una pianta originaria dell'America meridionale, conosciuta anche con i nomi di verbena odorosa, cedrina, limonaria, erba luigia. Deve il suo nome all'esploratore Augusto Lippi al quale Linneo la dedicò alla fine del 1700. Famiglia delle Verbenaceae. La cedrina è un arbusto che può superare il metro d’altezza, con foglie decidue (destinate a cadere), lanceolate, di colore verde chiaro, che profumano di limone. I piccoli fiori bianco‐violetti sono raccolti in pannocchie terminali. La cedrina fiorisce da giugno ad agosto inoltrato. Le foglie fresche o essiccate trovano impiego in infusi o liquori d’erbe, nelle miscele aromatiche per arrosti, grigliati e marinate, nella preparazione di marmellate e gelati, e per guarnire le macedonie e i piatti da portata. La cedrina è un ingrediente tipico di alcune ricette della tradizione gastronomica italiana. L'olio essenziale viene usato in profumeria per saponi, dentifrici e cosmetici.
Clima: la cedrina preferisce i climi temperati caldi. Negli ambienti con climi rigidi, se collocata in piena terra, è consigliabile effettuare una pacciamatura per proteggere le radici, mentre se è coltivata in vaso va riparata dal freddo
Esposizione: in pieno sole, ma riparata dal vento
Coltivazione: facile da coltivare - anche in vaso - è diffusa all'interno di orti e giardini. Questa pianta predilige un terreno a pH neutro o alcalino. Si consiglia di eliminare le parti di pianta secche o malate e di sfoltire la vegetazione in eccesso per favorire una maggior circolazione d'aria. Fornire del letame maturo prima del trapianto.
Messa a dimora: la cedrina si moltiplica per seme, per talea e per propaggine. La semina si effettua in primavera, con temperatura di almeno 15 °C. La germinazione avviene in 2-3 settimane; successivamente le piantine devono essere trapiantate in vasetti e trascorsi 2 anni sono pronte per la messa a dimora in piena terra. La riproduzione per talea è più facile e permette di ridurre i tempi di attesa. Le talee lunghe almeno 10 cm - prelevate a fine primavera oppure in estate - vanno poste a radicare in ambienti ombreggiati e in un substrato di sabbia e torba. Trascorso un anno le piantine sono pronte ad essere trapiantate. La propaggine è un metodo poco impiegato
Irrigazione: abbondante soprattutto nella stagione estiva; la siccità provoca la caduta delle foglie
Raccolta e conservazione: le foglie si raccolgono durante la crescita vegetativa, prima della fioritura. L'essiccazione delle foglie deve avvenire all'ombra, in seguito si conservano nei vasetti di vetro.
L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.
Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.
Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.