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Barbabietola Rossa

Categoria: Orto

Beta vulgaris è una pianta appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae, originaria delle aree mediterranee dell’Europa e dell’Africa del nord.

E’ una specie erbacea che viene coltivata per il suo tubero tondo, ricco di zuccheri, di colore rosso violaceo (esistono anche varietà con tubero a polpa di colore bianca).

Ha foglie cuoriformi portate da un lungo picciolo, con lamina verde scuro venata di rosso, inserite a rosetta sul corto fusto.

Produce infiorescenze a spiga composte da fiorellini piccoli a cinque petali di colore verde rossastro.

Nelle aree del nord, viene solitamente seminata in primavera per essere raccolta a fine estate o inizio autunno; al sud, invece, viene seminata in autunno per essere raccolta a primavera. La raccolta viene eseguita estirpando l’intera pianta dal terreno. Viene coltivata solitamente come biennale, dopo due anni è consigliabile cambiare coltura, poiché il terreno risulta molto impoverito.

Climatemperato.

Esposizionepieno sole.

Terrenoa medio impasto, umido ma ben drenante. Fertile.

Propagazioneper seme.


COME VIENE CONSUMATO QUESTO ORTAGGIO?

Il tubero della barbabietola rossa viene consumato previa cottura. Una volta cotto assume un colore violaceo molto scuro. E’ ricco di zuccheri, sali minerali (ferro) e vitamine. Ha numerose qualità benefiche sull’organismo, tra cui azione depurativa e antisettica. Di questa pianta, vengono consumate anche le foglie, sempre previa cottura.

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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