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Susino europeo

Categoria: Frutteto

Le susine, o più semplicemente prugne, sono il frutto di Prunus domestica, il susino europeo, pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
La sua coltivazione in Italia è diffusa ovunque, in particolar modo in Emilia Romagna e Campania, regioni particolarmente vocate alla coltivazione di questo frutto.
Il frutto del susino è una drupa, infatti fa parte del gruppo delle Drupaceae.
Ha forma ovale o tondeggiante; buccia sottile di colore variabile dal giallo oro, giallo verde, viola o rosa; polpa carnosa e succosa, dolce, di colore prevalentemente giallo o giallo violaceo. Internamente alla polpa si trova il nocciolo legnoso, contenente il seme.
Molte sono le cultivar di susino europeo coltivate, differenti per forma, colore della buccia e caratteristiche della polpa.
Le più diffuse e conosciute sono: President, Regina Claudia, Goccia d’oro, Stanley, e numerose altre.
Prunus domestica è una pianta vigorosa, di medie dimensioni, che non supera generalmente i 6-8m d’altezza.
Ha foglie decidue, di forma ovale con margini lievemente seghettati e colore verde scuro.
Fiorisce in primavera, generalmente a marzo prima del germogliamento: i suoi fiori sono composti da 5 petali, come in tutte le piante della famiglia delle Rosaceae, di colore bianco rosaceo.
I frutti maturano in estate, da luglio ad agosto in base alle varietà.
Sono frutti molto dolci, ricchi di carboidrati e dal forte potere lassativo.

Clima: Temperato; è resistente sia al caldo che al freddo

Esposizione: Soleggiata.

Terreno: è adattabile a numerosi tipi di terreno, ma predilige terreni sciolti e ben drenanti.

Propagazione: Viene riprodotto per seme o innesto su Mirabolano.


COME SI CONSUMA QUESTO FRUTTO?

La susina viene prevalentemente consumata come frutto fresco, ma anche trasformata in conserve,

marmellate, disidratata.

Oidio

Malattie

L'oidio è una malattia provocata dal fungo Uncinula spp. della famiglia delle Erisifaceae.

Chiamato anche "mal bianco", l'oidio si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca.

Il micelio fungino, provvisto di speciali organi chiamati austori che penetrano nelle cellule, si sviluppa esternamente sulle pareti aeree dell’ospite, sulle quali forma la muffa, costituita da conidi, organi di riproduzione durante la stagione favorevole. La conservazione del fungo da un anno all’altro avviene per mezzo di spore ibernanti o come micelio negli organi colpiti.
L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in assenza di particolari condizioni di umidità o, addirittura, di asciutto. Anche la temperatura non ha una grande influenza, le Erisifacee infatti cominciano la loro attività già con temperature relativamente basse, inoltre non sono disturbate da quelle elevate.
Le parti più colpite sono le foglie, ma anche gli altri organi vegetali, come fusti e fiori, sono spesso sede del parassita. Le foglie si accartocciano e si seccano, i rami si deformano. Gli oidi hanno una vasta "scelta" di piante ospiti, che vanno dalle specie erbacee a quelle arboree.

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